TRENO: Tragitto Rettilineo Evoca Nuovi Orizzonti

Tragitto Rettilineo Evoca Nuovi Orizzonti. Un acronimo invita simpatizzanti e aspiranti camminatori a scoprire nuove terre.

CHI CONOSCE Scuola per Via sa che promuove il cammino come atto conoscitivo e forma di spostamento ad altissima sostenibilità. Questa pratica è nel nome stesso, in quel moto per luogo che suona classicheggiante ed evoca portici di losoca memoria. Se Aristotele insegnava camminando è anche perché il ritmo del passo non è privo di una componente rituale che prepara alla concentrazione e all’indagine.
Ben illustri precedenti ha chi ambisce a usare le passeggiate per parlare di ambiente in modo sistematico, scegliendo di volta in volta un tema da approfondire in tappe di analisi di contesti antropici, naturalistici o suggestivi che chiamiamo osservatori. Il metodo è nato in bassa Valle di Susa, sulla collina morenica fra Rivoli e Avigliana, ma nulla gli impedisce di estendersi ad altre aree che offrano sufcienti spunti per considerazioni di carattere ambientale.

Ecco perché Scuola per Via propone un’esperienza nel territorio di Genova, due itinerari alle porte della città rivolti ai frequentatori di Torino e provincia: un osservatorio antropico sul basilico e un viaggio lungo un sentiero botanico di collina. Per riuscire, la proposta richiede alcuni volontari intraprendenti disposti a prendere il treno e a farsi guidare per un giorno nei dintorni della città di De André.
La ragione di questa proposta non sta solo nella replicabilità in luoghi lontani del metodo di Scuola per Via, ma nello strumento di questa possibilità, il treno, preziosa alternativa all’automobile, che libera il viaggiatore dall’impegno della guida consentendogli di godere il tragitto: pregustando la meta seduto nel senso di marcia, con il paesaggio che gli si fa incontro dopo ogni galleria, o dando le spalle alla destinazione, nell’intento di non guastare la sorpresa. Lo stesso vale per il ritorno: il pragmatico affronta a muso duro il trauma del rientro, mentre il nostalgico ostinato fa un ultimo ripasso del percorso con le spalle all’arrivo. Nella scelta del posto da occupare, apparentemente casuale o indipendente dalla volontà, si esprime la variegata casistica dei viaggiatori e una folla di signicati esistenziali inconsapevolmente attribuiti al viaggio.
Il tragitto in treno, a differenza dell’escursione a piedi, di solito non coincide con il viaggio; è un’introduzione al punto di partenza, un lo che connette le tappe di un itinerario. In quanto tale, dovrebbe rivestire ben poco interesse per il turista. Il suo fascino, invece, consiste negli intrecci formati fra le caratteristiche dei panorami che si susseguono dal nestrino e il tipo di ozio cui si dedica il viaggiatore. Che sia lettura, musica o scrittura, l’attività scelta presta allo scenario un sapore che nel ricordo costituirà la colonna sonora del viaggio. Ecco compiersi la metamorfosi del puro trasferimento sico, della parentesi fra luoghi interessanti, in viaggio cerebrale, dove il tempo che in auto si spenderebbe a guidare o cercare la strada diventa terreno fertile per la speculazione: c’è chi saccheggia biblioteche domestiche o pubbliche per studiare in treno i luoghi di destinazione, c’è chi sfrutta le lunghe ore tra la partenza e l’arrivo per un viaggio nell’anima, c’è chi approtta del ritorno per cominciare a scrivere il diario della vacanza.
A queste opportunità offerte dal treno, si aggiunge una caratteristica di non poco conto per chi, come Scuola per Via, promuove uno stile di vita leggero: se si sceglie di andare lontano, prediligere il treno signica opporre un’alternativa al consumismo irrefrenabile. La capienza del treno, infaticabile convoglio che porta verso le mete più disparate migliaia di persone contemporaneamente, è un invito alla sobrietà; anche se non modica di un’unghia gli insostenibili meccanismi globali, apre una breccia nell’omologazione dei costumi.

Scuola per Via nasceva un paio di anni fa con un’apologia del camminare che è anzitutto un elogio della lentezza, madre del pensiero. A questa continua a ispirarsi proponendo passeggiate, compreso il duplice esperimento genovese. Stavolta però, all’elogio della lentezza si accompagna quello dell’otium, la tranquillità generatrice di speculazione intellettuale. Altro potrete scrivere sul treno voi camminatori che lascerete i monti per il mare.

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