Riflessioni

ANELLO del LAJUN
domenica 16 maggio


La Costa dell’acqua del cielo

“Maledetti coloro – grida Alex Zanotelli
Che dell’Acqua vogliono fare merce
Perché toglieranno un altro diritto ai poveri”.
Occorre aggiungere “Maledetti coloro, di una parte o dell’altra
Che rovinano le irripetibili fonti dell’Acqua.”
Hee sì, perché le fonti rese sterili o inquinate
Neppure merce possono produrre.

Economisti e razionalisti devono arrendersi:
“Le acque nascenti son sacre, non possono appartenere all’uomo
Così come furono considerate in tempi sepolti.”
I Liguri antichi della morena Tranese
Donavano alla loro Fonte Caudan-a
La preziosa spilla del sole e del cigno.

Vanno cercate prima di tutto nei luoghi vicini
Vanno visitate con rispetto, vanno protette.
La Costa erta e boscosa che incorona ad Occidente
Il Lago di S.Bartolomeo* è un vero tempio dell’Acqua
Essa racconta la storia dell’Acqua del cielo
Perché direttamente donata dal cielo in forma di pioggia. .
Una storia diversa dall’Acqua del deserto
Che le sabbie Africane distillano
Quasi dimenticandosi del cielo,
Nei secolari condotti invisibili ricavati sotto di esse
Per poi sgorgare copiose in oasi sperdute.
Si può dire che in quei luoghi remoti
Gente saggia abbia stretto un patto perpetuo con l’Acqua.
Impariamo!

Invece qui alla Costa dell’Acqua del cielo
Essa sgorga, scorre, rallenta, si perde un po’ ovunque.
Ha nomi diversi ed antichi
Ri Bui, Muiere, Sagna, Funtan-a du Roch, Laj Cit.
Esemplare un suo percorso
Dalla fonte che sgorga silenziosa sotto la Pera Forcè
il colossale erratico in cima alla Costa ,
Per poi gorgogliare invisibile tra i massi.
Di qui si inabissa nel profondo e buio valloncello
Detto della Sagna, dove incontra un compagno, un piccolo rio.
S’allarga tra tappeti d’anemoni primaverili
Che paiono illuminare la forra.
Di qui prende il nome di Ri Ricicumun
E scende velocemente verso il suo estuario nel Lago.

Percorrendo questi luoghi con volontà di comprendere
Non è difficile concepire metafore
Che proiettino sulle vicende di questa storia dell’Acqua
Certi indescrivibili e indicibili Principi della Vita stessa.
Infatti la fonte, con il suo getto compatto
Non è come un essere alla nascita, così unito in sé e inespresso?
Infatti il suo percorso intermedio
Dove non rifiuta il fratello, né di mescolarsi ai fiori e alla terra
Non è come chi cerca di unirsi all’altro da sé
Pur rimanendo unito in sé?
Infatti quando diviene torrente che si spegne presto
In acque più grandi e quiete, il lago,
Non come il disfacimento della morte?
Infine le Acque che salgono in Cielo dal Lago, evaporando
Non sono come un Grande ritorno?

Come osiamo dunque trattare l’Acqua nascente
Come un “bene di consumo”
Quando essa è un “bene di vita”?
E così tutte le altre risorse della Natura?

*Lago di S.Bartolomeo o Lago Piccolo di Avigliana
Riflessioni di Talisot

VISITA ALLA LOSA delle COPPELLE
24 aprile 2010


Davanti a questa affascinante pietra intaccata da ben 25 coppelle,cerchiamo di immaginare il suo viaggio glaciale.
Staccatasi da una qualche parete rotolò sul letto glaciale, un “treno” speciale che la depositò alle falde di Montecuneo. Molto tempo è passato da quando il monte di origine si sbriciolò in una miriade di massi. Secondo la scienza questo tempo possiede una Freccia negativa in quanto è altamente più probabile che lo stato della roccia proceda verso la frantumazione, piuttosto che si ricomponga nell’unità del monte. La Freccia misura la degradazione del monte.
Ma poniamo, ora, attenzione alla personale percezione del Tempo che passa.
Per esempio, il disfacimento del corpo originariamente sano, in un corpo ammalato o invecchiato provoca la sensazione proprio di un tempo che non ritorna.
Questo Tempo interno che passa misura la trasformazione del reale in senso distruttivo.
A questa sensazione viene associato il Dolore.

Ma il Tempo interno può anche sospendersi.
Questo avviene quando si sta vivendo uno stato unitario, immobile e soddisfacente.
Noi, qui davanti alla Losa, quieti e attenti non stiamo vivendo questo stato?
A questa condizione viene associata la Quiete.

Ci si chiede ora: esiste anche un Tempo interno che regredisce equivalente psicologica di una Freccia del Tempo positiva?
Ebbene, cosa sono le coppelle che ammiriamo, se non un momento espressivo di una mente arcaica,
che presto sarebbe evoluta nella ricca e potente mente attuale?
Un accrescimento complesso di Unità di Unità mentali verso un mondo sempre meno probabile, indice di una Freccia positiva del Tempo?
Dal punto di vista personale psicologico tutto ciò si manifesta come un Tempo che regredisce verso realtà più grandi ed armoniche.
In tal caso il Tempo interno misura la trasformazione del reale in senso costruttivo.
La gioia è associata con tale sensazione.

Potremmo dunque affermare che il Tempo interno non esista di per sé ma sia come uno strumento straordinario che ogni individuo possiede per comprendere dove va la realtà.
Ma, come per la vista, l’occhio è il suo organo o come per il suono l’organo è l’orecchio, possiamo chiederci quale sia l’organo del senso del Tempo. Questo è la Memoria profonda che riportiamo dentro delle cose che si sono costituite in unità durevoli e soddisfacenti, rispetto al cui stato originario viene fatto un raffronto con lo stato presente.

Ma il tempo interno, questo insostituibile strumento per conoscere la dinamica della realtà, ha un terribile nemico: il Tempo dell’orologio. Questo tempo obiettivo scandisce il ritmo della quotidianità, della necessità e s’impone, per la sua forza, al Tempo interno, sincronizzandolo su di sé e soffocandone la naturale e spontanea espressione.
Come le immagini imposte alla vista o i rumori imposti all’udito, il tic-tac imposto alla mente provoca l’alienazione dell’essere umano fino a renderlo, come si diceva, incapace di comprendere, dunque incapace di darsi un presente ed un futuro accettabili.
Riflessioni di Talisot


PASSEGGIANDO IN COLLINA tra i MASSI ERRATICI
18aprile2010


Premessa filosofico/metodologica
La Collina Morenica mostra con il complesso dei Massi erratici una delle sue principali peculiarità paesaggistiche. Si pensi per tutti alla Roca Sgaroira, un grande masso roccioso che emerge al centro di un altopiano chiuso a corona da rilievi boschivi, un luogo tra il cielo e la terra.
Luoghi particolarmente affascinanti ed appartati che consentono, come, in generale. ogni cosa del Mondo, sia che appartenga alla sua parte naturale o a quella antropica o a quella mentale, tre tipi di punti di vista conoscitivi: quello scientifico, quello emozionale e quello profetico.
Tre percorsi per giungere ai tre tipi diversi, ma egualmente fondamentali, di “verità” corrispondenti. Solo l’integrazione di questi tre tipi di conoscenze può consentire la comprensione profonda delle cose, seppure , mai esaustiva.
In questo caso il sistema dei Massi erratici, osservato come oggetto della Natura, viene esaminato dal punto di vista scientifico.
Sarà cura dell’escursionista attento mettere assieme i vari tipi di osservazioni fatte durante la stessa escursione o durante altre escursioni agli stessi luoghi

Il comportamento caotico del sistema dinamico dei Massi erratici
Si ponga attenzione al sistema complessivo del territorio che è stato interessato nei tempi glaciali alla disseminazione dei Massi per trasporto ad opera dei fiumi di ghiaccio.
Questo territorio si estende, a monte, fino alle pendici della Valle di Susa dalle quali i Massi si sono staccati, a valle, fino al ventaglio di luoghi dove i Massi hanno trovato riposo e dove noi ora possiamo ammirarli.
Ebbene l’evoluzione temporale di questo grandioso fenomeno mostra caratteristiche che la matematica classifica e studia come CAOS, o quanto meno ne costituisce una istruttiva metafora. Tue segni di questo comportamento:
-è sufficiente che un dato Masso si potesse trovare, all’inizio della sua deriva verso valle, deposto in un punto anche di poco diverso della fiumana glaciale, per trovarlo poi dopo millenni in un luogo molto diverso del deposito finale (questo si chiama estrema sensibilità alle condizioni iniziali);
-il Masso nel suo percorso incontra ostacoli rocciosi, come il Montecuneo, che casualmente ne deviano la traiettoria verso aree completamente diverse tra loro (questo si chiama biforcazione nel linguaggio matematico dei sistemi caotici);
-senza entrare nel difficile mondo della trattazione matematica di questo tipo di sistema, bisogna almeno sapere che il sistema caotico non permette di fare previsioni sui luoghi dove il Masso si sarebbe definitivamente posato.
Qualora però si dimostrasse che tale fenomeno caotico fosse di tipo DETERMINISTICO, ossia dotato di Attrattori, cioè zone di confluenza non all’infinito (CAOS ALEATORIO) dei vari percorsi alternativi dei Massi, allora la distribuzione degli stessi sul territorio ne potrebbe fornire una descrizione per una comprensione migliore del fenomeno.
Si tratta di un interessantissimo materiale di studio per gli specialisti, ed un grande aiuto a tutti per farsi una idea, attraverso i concetti introdotti, che non tutti i fenomeni (p.es. il clima) seguono comportamenti completamente prevedibili, così come uno stato sociale che si corrompe.
Riflessioni di Talisot