Quali tipi di verità rivelano i massi erratici?

Iniziamo a parlarne domenica 8 giugno 2008 durante una passeggiata dalle 9.30 alle 17.30 con arrivo e partenza da Madonna dei Boschi - Buttigliera Alta (To)

Iniziativa proposta dopo il seminario "I massi erratici: sentinelle di un territorio da salvaguardare e valorizzare" di giovedì 15 maggio 2008 presse la Sala Multimediale dell'Assessorato al Turismo della Regione Piemonte Torino presentato dall'Associazione per la Salvaguardia della Collina Morenica e Pro Natura Torino.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Spero di scoprirlo l'8 giugno se il tempo c'è lo permette!

Anonimo ha detto...

Dalla finestra vedo un grande Masso erratico e rifletto.
I Massi erratici sono flashes sull'evoluzione delle condizioni ambientali per la vita.
Nel loro tempo il grande freddo naturale impediva la vita umana stessa.
Ora, nel tempo dello sfruttamento insensato della natura, l'ambiente viene reso dall'uomo incapace di sostenere la vita umana stessa, almeno nella sua attuale interpretazione.
Così mi appare evidente la necessità di cambiare strada.
Le iniziative della Scuola per Via mi sembra possano contribuire a questo "passaggio antropologico".

Anonimo ha detto...

Satiretta dell'affarista.
Il masso erratico
è un gran simpatico
ma è troppo statico.
Non è possibile
renderlo isibile
su un dirigibile?
O almeno visibile
in modo utile seppure risibile?
Sono accettabili
proposte edili
purchè solvibili.

Scuola per Via ha detto...

Linguaggi scientifico e metafisico a confronto

La collina morenica mostra con il complesso dei massi erratici una delle sue principali peculiarità paesaggistiche. Luoghi particolarmente attraenti e appartati che favoriscono la meditazione accanto all’osservazione scientifico-geologica: si pensi per tutti alla Roca Sgaroira, grande masso roccioso che emerge al centro di una conca chiusa a corona da rilievi boschivi, un luogo tra cielo e terra.

Si ponga attenzione al sistema complessivo del territorio interessato nei tempi glaciali dalla disseminazione dei massi trasportati dai fiumi di ghiaccio.
Questo territorio si estende a monte fino alle pendici della Valle di Susa dalle quali i massi si sono staccati, e a valle fino al ventaglio di luoghi dove questi hanno trovato riposo e dove ora possiamo vederli.
L’evoluzione temporale di questo grandioso fenomeno mostra caratteristiche che la matematica classifica e studia come caos deterministico. Due segni di questo comportamento:
è sufficiente che un masso si trovasse all’inizio della sua deriva verso valle in un punto anche solo leggermente diverso della fiumana glaciale, per trovarlo dopo millenni in un luogo molto diverso di deposito finale (fenomeno che si chiama estrema sensibilità alle condizioni iniziali);
il ghiaccio nel suo percorso incontra ostacoli rocciosi, come Monte Cuneo, che casualmente ne deviano la traiettoria verso aree completamente diverse tra loro (questo fenomeno si chiama biforcazione nel linguaggio matematico dei sistemi caotici).
Bisogna sapere che il sistema caotico non permette di fare previsioni sui luoghi dove il masso si poserà definitivamente, ma se ne possono conoscere in anticipo gli attrattori, i tipi di percorso che potrebbe seguire, senza potergliene però associare uno in particolare.
Ora, poiché i massi osservabili sono tanti, ognuno ha scelto un proprio attrattore, un proprio percorso, cosicché è come se l’insieme dei massi erratici mostrasse l’insieme dei possibili attrattori del sistema dinamico glaciale.
Ecco un esempio del linguaggio matematico e della relativa verità scientifica che la presenza dei massi erratici ci suggerisce di approfondire.

Seguono quindi alcune considerazioni sul rapporto fra questo linguaggio e l’interpretazione metafisica.
Giungendo a un masso ci si ponga in silenzio e solitudine con le spalle alla pietra prestando attenzione totale al mondo naturale fatto di cortine d’alberi a filo del cielo che si presenta intorno, e ci si lasci avvolgere da odori, suoni e forme degli elementi naturali, fino a sentirsi una cosa sola, un’unità col mondo naturale mentre il condizionamento dell’io sfuma.
Si faccia deserto delle opere degli uomini. Nulla distragga delle cose costruite dall’uomo, delle sue maniacali trasformazioni in merce di ogni elemento della natura, del corpo, della mente e delle relazioni tra umani. Si curi ogni dettaglio, ci si separi dagli oggetti posseduti o desiderati.
In questa speciale condizione interiore ci si volga, sempre in silenzio e solitudine, verso la nuda roccia del masso.
Il deserto percepito diviene totale, sono scomparsi anche gli elementi e la bellezza della natura vivente. Si sta entrando nel mondo interno unitario, un mondo che trascende, quintessenza delle unità che costituiscono il corpo e le sue relazioni unitarie verso il mondo esterno.
L’evidenza mostrerà allora che un principio informa tutto ciò che si intravede nel profondo, il principio di unità, che sta a fondamento di ogni cosa e della sua sostenibilità, principio che quando viene negato, rapidamente conduce al caos e alla catastrofe.

Vediamone l’applicazione al caso degli eventi implicati nel percorso di formazione dei massi erratici dalla loro origine alla finale destinazione.
I massi si separano dal corpo unitario di un monte (le pendici della Valle di Susa) prevalentemente per azione intrusiva del fiume glaciale. Quando un’unità di eguali (ogni parte della roccia del monte ha un rapporto paritario con tutte le altre) viene spezzata, si origina il caos, per il quale ogni entità isolata dal resto esprime proprie caratteristiche comportamentali, propri percorsi nel corpo glaciale in movimento.
(Si faccia l’analogia di un corpo sociale quando viene meno il legame di fiducia con l’ente centrale, lo Stato.)
Avviene che la situazione caotica può partorire nuove molteplici unità: è il caso dei massi erratici che finalmente dopo millenni evolutivi hanno trovato ciascuno il proprio riposo costituendosi in differenziate unità paesaggistiche che ora ammiriamo.

Preme osservare che la natura di questo approccio è completamente diversa da quella matematico-scientifica perché la sua verità non è assoggettabile alla verifica oggettiva e generale del metodo scientifico, un tipo di verità che riposa su un’evidenza interiore cui la fede non è estranea e che la scienza definisce metafisica.