Desideriamo festeggiare questi dieci anni con un omaggio in dieci tempi al cammino, al cibo e al respiro.
Il tempo del cammino pensante è lento: consente di apprezzare il particolare; è circolare, poiché in una passeggiata ciò che conta non è la meta, ma il viaggio; è cadenzato dal passo e dalle pause in cui si dà voce a un luogo, gli osservatori naturalistici, sospensioni del cammino che descrivono l’ambiente come sistema caratterizzato da relazioni ecologiche mutevoli e riassestamenti complessi. Il tempo del cibo condiviso è lungo, quando un piatto viene preparato come dono per gli altri; è ponderato, se si impiegano ingredienti spontanei che vanno raccolti al momento e nel luogo giusti; è sostenibile, laddove comporta il minor impatto possibile sull’ambiente. Condividere un pasto così significa sperimentare l’osservatorio antropico, momento in cui Scuola per Via intende analizzare gli effetti ambientali di un’attività umana.
Il tempo del respiro liberatore è necessario: garantisce la nostra esistenza fisica e mentale; ritmico, poiché è un’incessante ripetizione di inspirazioni ed espirazioni; profondo perché, concentrandoci sul respiro, raggiungiamo quell’unità tra noi e il mondo che è il messaggio dell’osservatorio del deserto e che consiste nel sentirci una parte del tutto.
Infine, il tempo trascorso in questi dieci anni è unico: per dirla con le parole del maestro zen Takuan, “Non si ripete due volte questo giorno / Scheggia di tempo grande gemma”.
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